Archivio per zio tommismo

“se sei nero, non c’è giustizia. Nessuna”

Posted in miles davis with tags , , , on aprile 17, 2009 by milesdavis91

1959-08-25 Miles Davis & Frances Taylor. L'arresto.

Miles Davis viene comunemente descritto come un uomo eternamente incazzato, solitario e freddo col pubblico. Miles non è mai stato un ruffiano, questo è vero, odiava leccare i piedi a qualcuno, soprattutto ai critici. Molti musicisti neri erano obbligati a comportarsi gentilmente verso i critici perché scrivessero bene di loro.

Ce da precisare che se Miles e gli altri musicisti neri di quel periodo venivano accettati dall’industria musicale, era solo perché un po’ di tempo prima qualche musicista nero era riuscito a conquistare il pubblico con sorrisoni e intrattenimenti, un atteggiamento servile indicato col dispregiativo “zio Tommismo”.

Louis Armstrong e Dizzy Gillespie erano degli ottimi showman oltre che degli straordinari musicisti e così erano riusciti ad aprire un sacco di porte per gente come Miles.

 

Questo atteggiamento non piaceva affatto a Miles, che comunque adorava Armstrong e Dizzy consapevole delle fatiche che loro avevano dovuto passare per essere accettati dal mercato. L’unica cosa che a Miles interessava era suonare la sua tromba, voleva essere riconosciuto per il modo in cui suonava e non per il modo in cui sorrideva e per nulla al mondo avrebbe venduto i suoi princìpi.

Questo ovviamente lo rese antipatico a molti critici, e frenò la sua carriera all’inizio

 

Miles non ebbe mai un buon rapporto coi critici, non accettò mai le spinte ai musicisti bianchi. Non che questi musicisti non fossero bravi, lo erano eccome e molti Miles li volle a suonare nei suoi gruppi, ma Miles riteneva che non stessere facendo nulla di così innovativo come invece scrivevano i critici ma solo copiando roba dai neri. Poi il mercato iniziò a lodare Chet Baker, e questo innervosì parecchio Miles, secondo il quale prima di Chet c’era una lunga lista di trombettisti neri da considerare, tra cui lui stesso che invece faticava a trovare un ingaggio.

 

Il 25 agosto 1959 Miles suonava al Birdland. Appena finito il set era uscito per accompagnare una sua amica bianca al taxi ed era rimasto davanti al locale, ed ecco che un poliziotto arriva e gli dice di muoversi da li. Miles rispose indicando il suo nome sul cartellone, ovviamente era li per suonare e non poteva mica andarsene. Ma al poliziotto non interessava chi fosse o dove stesse lavorando, doveva andarsene da li e basta e vedendo che Miles non si muoveva tirò fuori le manette per arrestarlo. Ma inciampò e cadde a terra da solo, mentre da dietro un altro poliziotto colpì Miles ferendolo alla testa. Venne accusato di resistenza all’arresto e aggressione a pubblico ufficiale e portato in centrale con la testa sanguinante mentre il gruppo(il sestetto con Coltrane, Adderley, Kelly, Chambers e Cobb) finiva l’ultimo set senza di lui. Avvertita dell’accaduto arrivò anche Frances Taylor che iniziò subito a lamentarsi e urlare con la polizia, mentre il giorno dopo la giornalista Dorothy Kilgallen, amica di Miles che aveva assistito all’arresto, scrisse un pezzo molto pesante contro la polizia su quella strana storia.

L’ennesima prova per Davis che se sei nero non c’è giustizia e il suo gia difficile caratteraccio peggiorò ancora di più.

 

Per un musicista nero riuscire a far successo nell’america razzista di quegli anni era veramente dura, quindi è totalmente comprensibile l’atteggiamento distaccato di Miles e la sua continua rabbia. Una rabbia forse a volte eccessiva, come quella volta nel 1959 che si mise ad urlare con un discografico dopo essere uscito dall’ospedale per un’operazione alla gola e si rovinò per sempre la voce.

Un’altra leggenda da sfatare è che a Miles non fregasse nulla del pubblico. Non è vero, sapeva bene che dopotutto i soldi si fanno raggiungendo il pubblico di massa e lui stesso ha rinnovato la sua musica per arrivare sempre a più gente. La musica è senza confini e senza etichette, la stessa parola “jazz” non basta ad indicare una musica che è in realtà multiforme e piena di diversistà. Miles diceva che la buona musica è buona e non importa di che musica si tratta.